Il convegno internazionale “Towards a cure for amyloid diseases: a successful example of precision and translational medicine” si tiene a Palazzo Vistarino dal 16 al 19 dicembre. ene
Pavia è un centro all’avanguardia nello studio dell’amiloidosi e in questa occasione ci saranno anche diversi ricercatori giapponesi e interverrà anche il console del Giappone. Il convegno è organizzato in collaborazione con l’agenzia della ricerca giapponese.
Spiega Vittorio Bellotti, ordinario di Biochimica presso l’Università di Pavia, che introdurrà i lavori lunedì 16 dicembre alle ore 18 e 30: “Venticinque scienziati giapponesi interverranno come relatori al convegno internazionale sulle malattie amiloidi in programma dal 16 al 19 Dicembre a palazzo Vistarino. Oltre ai ricercatori giapponesi presenteranno gli avanzamenti nella comprensione dei meccanismi di malattia e risultati su farmaci di nuova generazione colleghi provenienti da molti paesi europei, dagli Stati Uniti e dall’Italia, tra cui Giampaolo Merlini e Laura Obici del Policlinico San Matteo. La realizzazione di questo convegno a Pavia conferma l’eccellente reputazione internazionale della ricerca biomedica che si svolge a Pavia nell’Università e negli ospedali. L’esempio della ricerca sull’amiloidosi non è isolato ma simile a molti altri casi in cui I ricercatori di Pavia riescono a collegare ricerca di base e ricerca clinica e sono riusciti a costruire strategie e alleanze con I più prestigiosi centri di ricerca internazionale anche con scambi di docenti che hanno responsabilità di ricerca contemporaneamente in due diverse istituzione europee“.
“Siamo lieti di ospitare questo convegno – dice il rettore dell’Università di Pavia Francesco Svelto -. E’ la conferma la forte integrazione internazionale dei nostri ricercatori cui è riconosciuto un ruolo fondamentale nella costruzione di nuovi paradigmi scientifici in molti settori; in questo caso per una malattia di crescente impatto socioeconomico perché strettamente associata all’invecchiamento della popolazione. Contribuire alla costruzione di un paradigma scientifico nel campo della biomedicina ha grandi e positivi effetti sulla possibilità di mantenersi al fronte della ricerca, accelerare l’accesso di migliori procedure diagnostiche e terapeutiche per i pazienti che accedono ai nostri ospedali, richiama studenti e docenti internazionali e favorisce la collaborazione tra ricerca accademica e industria privata“.